Amo abbinare ad un “gioco” ben fatto anche i miei richiami vivi e ovviamente i richiami a fiato che produco.
Ho coniato un termine per definire la mia passione per la caccia sul grande fiume che è “mal di Po” e con questo spiego il perché nelle mattinate gelide, piovose o di nebbia, cerco a tutti i costi di raggiungere il mio pezzetto di spiaggia tra fango e umidità posizionando gli stampi senza cadere in qualche trappola del fiume come una buca sommersa.
Monto il capanno mimetizzandolo con le ramaglie trovate sul posto, posiziono gli stampi in 2 macchie ben distinte ai margini dell’area di tiro, 4-5 anatre da richiamo e mi metto ad aspettare nella penombra del mattino, imitando di tanto in tanto il canto di un’alzavola o il chiacchiericcio dei germani. A giorno fatto generalmente mi concentro maggiormente sul distinguere le varie specie che con il buio difficilmente avrei scorto e richiamo in maniera mirata fischioni, canapiglie, qualche raro codone e folaghe.
La caccia sul Po è molto avara con i suoi adepti e ti mette a dura prova anche fisicamente. Non parliamo poi delle attrezzature abrase dalla sabbia che si infila ovunque e te la ritrovi (non si sa come) per tutta la casa durante la stagione di caccia. Gli stampi nel giro di 2 anni è come se fossero sabbiati e i richiami vanno gelosamente tenuti al collo con le collane che diventano un accessorio importante e personale che permette di tenerli al pulito anche quando l’umidità fa incollare il limo ovunque.
In questo ambiente sono nati i richiami SP Calls, per resistere alle avverse condizioni della nostra caccia; la caccia agli acquatici.
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